giovedì 2 febbraio 2012

Hōrensō e la cucina indaffarata

Capita a volte che si stia organizzando qualcosa. Mettiamo un viaggio. Capita di organizzarlo da soli, niente di speciale, una gita di qualche giorno a trovare un paio di cari amici. Capita che marito san non possa venire ma l'occasione è così buona che rinunciare sarebbe un peccato. Pazienza vado sola, mi dico. E poi capita che il tempo però ti remi contro portando una nevicata come non ne ho mai viste da che sono a Torino (e meno che mai in Giappone, a Tokyo nevica di rado) e un freddo intensissimo. Va bene, tanto scendo di latitudine qualche grado in più lo ricavo... io sono una nota freddolosa... tutto a posto allora?
Già, così sembra. Prepari le cose, i pensierini per gli amici, la borsa e sei contenta ed eccitata di partire... però io, da buona giapponese, sono abituata a organizzarmi con altri tenendomi in relazione con gli altri... aggiorno, confermo, chiedo feedback (non si sa mai potrebbero cambiare delle cose).
Questo in giapponese si chiama Hōrensō e significa
Hōkoku: resoconto
Renraku: informazione, avviso
Sōdan: consultazione, consiglio
è la base di ogni progetto, lavoro, organizzazione e rapporto interpersonale giapponese. Da un lato non succede nel semplice sentirsi o cose così. Se non mi telefona qualcuno per un po' penso sia occupato e finisce lì, so bene che abbiamo tutti tanti impegni... si dice nessuna nuova buona nuova anche da noi... 
ma se si tratta di un progetto comune, di organizzare qualcosa allora ecco che il feeback, la comunicazione, l'hōrensō insomma diventano fondamentali... posso anche fare tutto io, ma se non ho hōrensō dall'altra parte vado nel panico e nel caos più totale. 
Per cui gli altri? Spariti. Da domenica non ho alcuna notizia. E poi c'è un marito che guarda sempre più preoccupato le previsioni meteo e mi chiede se sono davvero certa di voler viaggiare con il freddo e le strade potenzialmente brutte, le colleghe del gruppo di danza che mi parlano a malapena perché ho detto senza mezzi termini che non ci sarei stata al prossimo spettacolo... tutto questo non è così importante e chi mi conosce sa che per gli amici non trovo alcun disagio a fare e spostarmi... ma il non sapere niente, se sono cambiati i programmi, se sono successe delle cose, se mi farò 300 km in auto da sola e poi non avranno la disponibilità preventivata mi crea disagio. Anche perché il lavoro me lo porterò e lo aggiornerò di notte e ok. Ma anche economicamente non sono così ben messa da prendere una gita simile a cuor leggero...
Insomma potete ben immaginare i miei nervi come stanno...
Quando sono così capitano due cose essenzialmente... inizio a cucinare compulsivamente per chi ho attorno, solo che poi pilucco un paio di bocconi e basta, divento completamente inappetente (e già mangio poco in genere...
In tutto questo marito san si gode gli esperimenti culinari e mangia anche la mia parte, con sua soddisfazione.

Ieri sera, migliore amico di marito san (e mio caro amico) è venuto a cena (abitiamo molto vicini in realtà viene a cena almeno 3 volte a settimana) e per l'occasione ho tirato fuori una ricetta semplice e veloce che  mi piace tanto ed è sempre un successo. Provatela e se volete qualcosa di ancora più ricco accompagnatela a delle semplici fettine di salmone affumicato e un'insalatina di radicchio, noci e parmigiano. Una cena semplice ma gustosa che riporta il buon umore anche a una ansiosa giapponese in confusione come sono io adesso. ^^

Sformatini di stracchino delicati






Ingredienti per quattro sformatini:

- 4 bicchieri colmi di farina bianca
- 200gr di stracchino morbido. Io ho usato lo squaqquerone, ma va bene anche quello nei panetti
- 2 uova (uso quelle bio perché l'idea delle galline in gabbia la trovo terribile...)
- Una noce di burro 
- Sale q.b. 
- Pepe (se volete)
- 1 cucchiaio e mezzo d’olio evo
- Glassa di aceto balsamico per guarnire

Procedimento:
- Preparate la pasta usando la farina bianca, un pochino d'acqua tiepida, l'olio e il sale. La pasta deve essere elastica e stendibile, non troppo asciutta e non troppo collosa...
- Impastate 4 palline di dimensione uguale e stendetele poi con il mattarello. 
- Imburrate e infarinate 4 formine di alluminio usa e getta, o 4 stampini per muffins e stendete la pasta all'interno avendo cura di tagliar via i bordi che fuoriescono. Mettete i ritagli da parte, dopo aver riempito gli sformatini serviranno per coprirli.
- In una ciotola frullate lo stracchino con l'uovo e un pizzico di sale, aggiungete a piacere un pochino di pepe e riempire con il composto. Prendete i ritagli e fate 4 dischetti spessi all'incirca come la pasta sotto e usateli per ricoprire gli sformatini. Io li modello in modo che restino delle piccole aperture sui lati, almeno 4, non sono certa ma mi dà l'impressione che sfiatino meglio e che cuociano in maniera più uniforme...
- Infornate nel forno a 180 gradi per venti minuti circa.
- Servire ben caldi, guarnendo vicino con un po' di glassa di aceto balsamico ed eventualmente accompagnando al salmone affumicato.

Itadakimasu

9 commenti:

  1. Itadakimasu!!
    Ma vorei dire: oshikatta desu, o-gochisousamadesushita!
    Ciao Michiyo, piacere di conoscerti. Il tuo messaggio mi ha fatto molto piacere.
    Allora tuo marito è "osakese"? il mio è "fukuokese".
    Scrivi molto bene, usi in modo eccelso la grammatica italiana, molto meglio degli italiani stessi.
    Invece io non ho molto dimestichezza con i kanji ;-)
    In che parte del torinese abiti?
    A presto!

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  2. A proposito, ti ho unita tra gli amici blogger ma il blogroll è fermo a 6 mesi fa a: Karē raisu (カレーライス) con variante vegetariana.
    Ciao

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  3. Anna san ti ringrazio proprio moltissimo per la visita, seguo il tuo blog da tanto e mi onora che tu sia passata da qui... io sono una cuoca molto poco brava... sempre di corsa e molto spesso uso i preparati (ma mi sa che sei abituata a molte cuoche giapponesi anche se mi sa che Fukuoka è un po' meglio di Tokyo... io sono cresciuta un po' in città, ma vedevo che quando andavo dai nonni vicino Yamagata era tutto diverso... rilassato, bello, calmo... ho nostalgia più della campagna che di Tokyo). Adesso abito nella cintura di Torino, in collina. Sto molto bene qui, anche se a volte mi manca casa. Spero potremo scambiarci comunque idee e ricette...
    Un caro saluto anche al tuo caro marito, che da come parli e scrivi dev'essere una cara persona.

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  4. sei bravissima! queste ricette solo a leggerle fanno venire l'acquolina in bocca!

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  5. ricambio la visita e trovo un blog favoloso che non conoscevooo a presto laura

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  6. Ciao Michiyo san,
    tutto bene?? E' da tanto che il blog è fermo.
    Spero che sia solo per motivi di lavoro.
    Ogenkide

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    1. Anna san carissima!
      Hai davvero ragione, il blog è fermo da un sacco, ma è stato solo lavoro e impegni vari, tra cui il viaggio di cui sopra ^__-.
      Ho tre post in lavorazione e punto di finirli presto, una è sulla pizza e confesso che sono molto molto felice di condividerlo.
      Oggi arrivano i genitori dell'osakese, ma ho preso qualche giorno out dal lavoro quindi spero di avere il tempo!
      Grazie sincere dell'interessamento, ti mando un caro abbraccio!!!
      Ogenkide!!!

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  7. Molto carina questa ricetta e devo dire che ho apprezzato anche il commento sulle uova, anche io verifico sempre che provengano da allevamenti non intensivi e a terra!
    A presto!
    Ba

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  8. Ciao Michiyo, Volevo avvisarti che la data di scadenza del mio contest è stata spostata al 1 Maggio, spero tu vi prenda parte.
    http://profumodisicilia.blogspot.it/2012/03/contestil-giro-del-mondo-in-80-e-piu.html

    A presto Laura

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