lunedì 6 agosto 2012

67 anni

Hiroshima 06/08/1945

Hiroshima 06/08/2012













Anni per costruire, attimi per distruggere. Non dimentichiamo.

lunedì 23 luglio 2012

Che poi...

... a forza di starci male a uno passa anche la voglia e l'interesse. Anche nelle amicizie... e comincia a chiedersi perché accidenti uno si sia infilato in un'amicizia con una persona anaffettiva e incapace del minimo passo se non le corri dietro tu (a meno che non abbia chiaramente bisogno). Meno male che, a guardare, almeno Tomo san mi rimane, sempre... e ovviamente mi rimane marito, ma lui è un discorso a parte...

martedì 17 luglio 2012

Se certe persone...

Si rendessero conto del male che fanno a chi dicono di amare, lo farebbero ancora?
Non credo. Ma allora perché, perché queste persone non se lo chiedono a volte, invece di autoconvincersi che va bene così, che gli altri non soffrono mai per causa loro... perché a volte non si fermano a riflettere o nel dubbio chiedono...
Perché pensano che a volte un non lamentarsi è un modo di non voler disturbare, di non voler causare sofferenza e non un accettare tutto a prescindere? Perché non pensano che anche se uno non lo dice e non pesta i piedi facendo rumore magari soffre lo stesso?

venerdì 13 luglio 2012

Tempo di cambiamento...

Mi sono accorta con il tempo di non essere capace a tenere un blog di cucina.
Non perché non cucini, anche se sempre più di rado, piatti interessanti e sfiziosi, ma perché non ho il tempo e la pazienza di fotografare ogni cosa, di scrivere gli ingredienti (spesso faccio molto "a caso") e riportare la ricetta passo passo... insomma sono pigra, o forse sono solo troppo presa da mille cose.
Però mi spiaceva lasciare solo il mio piccolo blog, in fondo è uno spazio a cui tengo, la mia piccola casa virtuale nella quale vivono e si aggirano le persone che amo...
Così ho deciso di cambiare e tenderlo un po' più... flessibile...  un luogo in cui parlare di cucina, se capita, ma anche di piccole cose di ogni giorno, episodi che mi piacerebbe raccontare, pensieri che ho in mente, idee, curiosità del Giappone o cose che trovo curiose qui in Italia... insomma un luogo in cui mettere quello che desidero e quando lo desidero... senza regole e senza limiti di tema...
Benvenuti in questa nuova casa allora, amici... una casa rinnovata anche di aspetto e di nome. Entrate, sedetevi dove volete prendete da mangiare e da bene quello che vi va... e lasciatemi un sorriso. ^^

giovedì 2 febbraio 2012

Hōrensō e la cucina indaffarata

Capita a volte che si stia organizzando qualcosa. Mettiamo un viaggio. Capita di organizzarlo da soli, niente di speciale, una gita di qualche giorno a trovare un paio di cari amici. Capita che marito san non possa venire ma l'occasione è così buona che rinunciare sarebbe un peccato. Pazienza vado sola, mi dico. E poi capita che il tempo però ti remi contro portando una nevicata come non ne ho mai viste da che sono a Torino (e meno che mai in Giappone, a Tokyo nevica di rado) e un freddo intensissimo. Va bene, tanto scendo di latitudine qualche grado in più lo ricavo... io sono una nota freddolosa... tutto a posto allora?
Già, così sembra. Prepari le cose, i pensierini per gli amici, la borsa e sei contenta ed eccitata di partire... però io, da buona giapponese, sono abituata a organizzarmi con altri tenendomi in relazione con gli altri... aggiorno, confermo, chiedo feedback (non si sa mai potrebbero cambiare delle cose).
Questo in giapponese si chiama Hōrensō e significa
Hōkoku: resoconto
Renraku: informazione, avviso
Sōdan: consultazione, consiglio
è la base di ogni progetto, lavoro, organizzazione e rapporto interpersonale giapponese. Da un lato non succede nel semplice sentirsi o cose così. Se non mi telefona qualcuno per un po' penso sia occupato e finisce lì, so bene che abbiamo tutti tanti impegni... si dice nessuna nuova buona nuova anche da noi... 
ma se si tratta di un progetto comune, di organizzare qualcosa allora ecco che il feeback, la comunicazione, l'hōrensō insomma diventano fondamentali... posso anche fare tutto io, ma se non ho hōrensō dall'altra parte vado nel panico e nel caos più totale. 
Per cui gli altri? Spariti. Da domenica non ho alcuna notizia. E poi c'è un marito che guarda sempre più preoccupato le previsioni meteo e mi chiede se sono davvero certa di voler viaggiare con il freddo e le strade potenzialmente brutte, le colleghe del gruppo di danza che mi parlano a malapena perché ho detto senza mezzi termini che non ci sarei stata al prossimo spettacolo... tutto questo non è così importante e chi mi conosce sa che per gli amici non trovo alcun disagio a fare e spostarmi... ma il non sapere niente, se sono cambiati i programmi, se sono successe delle cose, se mi farò 300 km in auto da sola e poi non avranno la disponibilità preventivata mi crea disagio. Anche perché il lavoro me lo porterò e lo aggiornerò di notte e ok. Ma anche economicamente non sono così ben messa da prendere una gita simile a cuor leggero...
Insomma potete ben immaginare i miei nervi come stanno...
Quando sono così capitano due cose essenzialmente... inizio a cucinare compulsivamente per chi ho attorno, solo che poi pilucco un paio di bocconi e basta, divento completamente inappetente (e già mangio poco in genere...
In tutto questo marito san si gode gli esperimenti culinari e mangia anche la mia parte, con sua soddisfazione.

Ieri sera, migliore amico di marito san (e mio caro amico) è venuto a cena (abitiamo molto vicini in realtà viene a cena almeno 3 volte a settimana) e per l'occasione ho tirato fuori una ricetta semplice e veloce che  mi piace tanto ed è sempre un successo. Provatela e se volete qualcosa di ancora più ricco accompagnatela a delle semplici fettine di salmone affumicato e un'insalatina di radicchio, noci e parmigiano. Una cena semplice ma gustosa che riporta il buon umore anche a una ansiosa giapponese in confusione come sono io adesso. ^^

Sformatini di stracchino delicati






Ingredienti per quattro sformatini:

- 4 bicchieri colmi di farina bianca
- 200gr di stracchino morbido. Io ho usato lo squaqquerone, ma va bene anche quello nei panetti
- 2 uova (uso quelle bio perché l'idea delle galline in gabbia la trovo terribile...)
- Una noce di burro 
- Sale q.b. 
- Pepe (se volete)
- 1 cucchiaio e mezzo d’olio evo
- Glassa di aceto balsamico per guarnire

Procedimento:
- Preparate la pasta usando la farina bianca, un pochino d'acqua tiepida, l'olio e il sale. La pasta deve essere elastica e stendibile, non troppo asciutta e non troppo collosa...
- Impastate 4 palline di dimensione uguale e stendetele poi con il mattarello. 
- Imburrate e infarinate 4 formine di alluminio usa e getta, o 4 stampini per muffins e stendete la pasta all'interno avendo cura di tagliar via i bordi che fuoriescono. Mettete i ritagli da parte, dopo aver riempito gli sformatini serviranno per coprirli.
- In una ciotola frullate lo stracchino con l'uovo e un pizzico di sale, aggiungete a piacere un pochino di pepe e riempire con il composto. Prendete i ritagli e fate 4 dischetti spessi all'incirca come la pasta sotto e usateli per ricoprire gli sformatini. Io li modello in modo che restino delle piccole aperture sui lati, almeno 4, non sono certa ma mi dà l'impressione che sfiatino meglio e che cuociano in maniera più uniforme...
- Infornate nel forno a 180 gradi per venti minuti circa.
- Servire ben caldi, guarnendo vicino con un po' di glassa di aceto balsamico ed eventualmente accompagnando al salmone affumicato.

Itadakimasu

martedì 31 gennaio 2012

Anno nuovo... Chawan mushi tradizionale

Ecco, lo sapevo... appena, appena mi prendo un impegno cominciano ad arrivarmi addosso cose su cose da fare ed ecco che il tempo passa e prima che me ne accorga sono passati più di due mesi, è arrivato l'anno del drago e io ho scombussolato la mia vita come se l'avessi messa in un frullatore. Ma poco male alla fine le cose finiscono per andare sempre bene, almeno fino a che sono qui e vi posso raccontare di avventure e di ricette...
Allora, che ho fatto? Beh lavorato ovviamente... il mio sogno è vivere di cucina ma purtroppo, come la maggior parte delle persone devo anche lavorare per poter mettere qualche ingrediente in cucina... poi c'è un marito... che mangia, vero, ma che necessita di vestiti puliti e stirati, una casa in ordine e a volte quattro chiacchiere ^^
E poi gli amici... viaggiare per me è un ristoro dallo stress e appena posso ne approfitto per prendere l'auto e rilassarmi fuori dal mondo un paio di giorni... ho scoperto, o meglio riscoperto la Toscana che è diventata ufficialmente la mia seconda casa, dopo il mio amato e troppo lontano Giappone...

Comunque tra un impegno e un altro ho finito per essere qui, oggi, e rendermi conto di non aver dedicato il tempo a un post da ottobre... scandaloso. E me ne scuso.
Proverò a rimediare, ma ormai avrete capito che non sono troppo affidabile :)

Nel mentre, come avete passato le feste?
Io ho trascorso un Natale tranquillo, con pochi intimi amici. In Giappone non lo si festeggia se non come festa per le coppie, ma qui è tanto sentito quindi anche io, alla fine, mi sono lasciata coinvolgere dalla frenetica follia e mi sono davvero divertita. Ho fatto l'albero, ho preparato dolcetti e biscotti, ma poiché ho sempre avuto un tempo super contato ho sempre usufruito, lo confesso, dei magici preparati. Però marito san e amici vari hanno sempre ben gradito le cose.
Il capodanno invece l'ho purtroppo vissuto all'occidentale anche se avrei davvero voluto passarlo in modo tradizionale. Perché vedete, Oshogatsu è la più importante festa giapponese, una festa da passare in famiglia, raccolti, coccolosi, senza particolari cose. Una festa in cui si ringrazia per l'anno passato e ci si prepara per il prossimo.
Ma anche così mi sono divertita e alla fine è andata bene lo stesso. Ora vedremo in questo nuovo che cosa accadrà, ma sono come sempre piuttosto ottimista!

E ora, come promesso, la ricetta.
E' un classico della cucina casalinga giapponese, un tipo di cucina che è semplice, facile e un po' diverso dal classico sushi/sashimi/yakitori che si trova nei ristoranti giapponesi (o cinesi travestiti).
E' una cucina di ingredienti di ogni giorno, che si trovano abbastanza anche qui, che si fa in fretta, che nutre ma non è pesante, che ognuno può fare.
E con il freddo intenso di questi giorni (domenica qui ha nevicato tanto e le temperature sono bassissime) cosa c'è di meglio di una zuppa/pudding calda e confortante?
Provatela, con tutte le varianti che volete. Io ci metto i funghi shitake e a volte i gamberetti, ma voi potete mettere pollo, gamberi, porri, verdure varie, qualcuno osa anche la pancetta... in fondo chi a casa propria non fa delle varianti anche sulla più classica delle ricette?
Ultima nota. Le foto non sono mie, perché pur facendola almeno una volta a settimana finisco sempre per essere di corsa, o affamata o semplicemente ricordarmi a metà cena... quindi ne ho prese dal web e sicuramente sono molto più coreografiche di come la presento in una cena normale, tornata dal lavoro... ma rendono bene l'idea. ^_-

Chawan mushi:


INGREDIENTI per 2 persone (Alcuni dicono anche 3, ma se mangiate normale per 2 è appena sufficiente... io che spesso lo uso come unico piatto faccio la dose doppia... una la mangio io 2 marito san e una resta per il giorno dopo)
- 2 uova
- 30cc di acqua
- un cucchiaino di sale
- un cucchiaino di shoyu (salsa di soya)
- un cucchiaino di mirin (sakè dolce giapponese da cucina)
- un cucchiaino di sake per cucinare
- a scelta qualche dadino di petto di pollo, qualche gamberetto, qualche fungo (vanno bene gli shitake, funghi neri giapponesi, ma se volete anche i porcini o gli champignon), oppure cubetti di pancetta o quello che preferite... 

PREPARAZIONE
Per la preparazione ci vanno due ciotole o scodelline e delle tazzine larghe resistenti al calore dove poi si servirà il chawan mushi.
- In una ciotola, versate 30cc di acqua, un cucchiaino di sale, uno di shoyu, uno di sake da cucina e uno di mirin. Mischiate molto bene facendo attenzione a sciogliere il sale.
- In un’altra ciotola mettete due uova intere, mischiate sbattendo bene come faceste una omelette.
- Mischiate ora in un’unica ciotola il contenuto di entrambe e girate con cura.
- Con un colino o un piccolo setaccio (la mia nonna usava la garza addirittura), filtrate il tutto in una ciotola. Se avrete mischiato bene precedentemente, rimarrà solo un piccolo deposito nel colino, che va scartato.
- Versate in due tazzine adatte, riempiendone comunque circa ¾ e non di più.

A questo punto della ricetta potete, prima di versare il composto nelle tazze, mettere sul fondo delle tazzine un pezzetto, un bocconcino, di pollo (bagnato con sake da cucina e con un pizzico di sale e poi lessato), oppure un gamberetto o dei funghi lessati e tagliati in pezzettini, insomma gli ingredienti aggiuntivi che si siete preparati.

- Versando il contenuto nelle tazzine, si formeranno vicino alle pareti piccole bollicine d’aria. Toglietele aiutandovi con un accendigas a fiamma: inserendo l’accendigas nella tazzina, senza indugiare con la fiamma accesa ma accendendola e spegnendola a ripetizione in corrispondenza delle bollicine per farle scoppiare. E’ importante non rimanere con la fiamma accesa all’interno della tazzina. Non è un flambé!

Ora bisogna cuocere! Serve una pentola e uno di quei supporti apribili forati, per cuocere a vapore...



- Riempiendo d’acqua la pentola senza superare il livello del supporto, portate a bollire l’acqua.
- Quando l’acqua bolle, mettere sul supporto all’interno della pentola le tazzine con il composto.
Mettete il coperchio alla pentola. Questa operazione va svolta con tanta cura: normalmente mettendo semplicemente il coperchio sulla pentola, l’acqua che si forma grazie al vapore sulla superficie interna del coperchio crea delle goccioline che ricadono all’interno della pentola. Questa cosa va evitata perché le goccioline cadrebbero all’interno delle tazzine bucando e rovinando il composto. Bisogna quindi avvolgere completamente il coperchio con un canovaccio per assorbire il vapore ed evitare che l’acqua ricada nelle tazzine. Se non vi riesce potete mettere un foglietto di carta forno (solo carta forno non pellicola o alluminio, su ogni tazza. Ma non chiudete, solo appoggiate gentilmente sopra se no non cuoce bene!
- A fuoco medio adesso cuocete per circa 5 minuti. Si cuocerà principalmente la parte in superficie del composto, che diventerà più chiara. Abbassate a questo punto il fuoco e lasciare ancora cuocere per 12/15 minuti. 
- Adesso la cottura dovrebbe essere ultimata, testate inserendo uno stecchino nelle tazzine. Se estraendolo non verrà insieme del liquido o non ne uscirà in superficie, allora potrete togliere le tazzine dalla pentola. E’ necessario fare molta attenzione perché le tazzine saranno caldissime!



So che sembra un po' complicato, ma in realtà, dopo che la avrete fatta una volta la troverete di una semplicità disarmante... e spero scalderà tante vostre serate in questo freddo inverno... ^^
A prestissimo e itadakimasu!!!